Lapis, Santa Maria La Longa

 

Lapis colora il bianco-nero del mondo
col senso vivo d'un ritmo lieve
nei riflessi del tempo in corsa.
La pianura ride di tepori sempre nuovi
nei labirinti della storia,
illuminati da sguardi curiosi.

 

Santa Maria non s'accontenta
del "breve moto" acceso *
dall'ermetico ospite Poeta;
piccolo è il nucleo di socialità,
ribolle la voglia d'andare lontano,
alle radici d'un tempo remoto,

 

dove le fonti parlano d'eventi
scaturiti dagli incontri di popoli,
persone, varie d'emozioni e idee
come i capricci delle stagioni.
Lapis ferma su schermi dell'oggi
e aggrega pensieri e strategie
nella festa di orizzonti presenti,
parole, colori, musiche e canti

 

in cadenze d'attualità,
dentro circuiti d'arte e scienza
creando sostanza di poesia
con fili sottili d'intelligenza

                 

                   Enzo Santese

 

 
Nota
* Il riferimento è alla prima versione della lirica "Mattina" di Giuseppe Ungaretti; qui il titolo originario è Cielo e mare e la poesia (così come era stata spedita dal poeta a Papini con cartolina postale) dice: "M' illumino / d'immenso / con un breve noto / di sguardi."