Ermanno Rossi "Paesaggi Friulani" Catello di Flambruzzo 2/3 Giugno 2018
L’Associazione Culturale Lapis e l’Associazione culturale Dimensione Cultura, promuovono e valorizzano da diversi anni la cultura e l’arte. Assieme hanno allestito questa mostra personale di Ermanno Rossi nel prestigioso Castello di Flambruzzo, grazie alla collaborazione dei proprietari di quest’importante dimora storica.
Ermanno Rossi nasce a Santa Maria la Longa nel 1942 da una famiglia di origini carniche. Fin da giovane è attratto dalla pittura, ogni pezzo di carte o tela, all’epoca rare, vengono riempite dai segni di una matita o dai colori stesi con i pennelli. Da ragazzo apprende i rudimenti e le astuzie del mestiere da Giuseppe Zigaina.
In seguito per motivi di lavoro si trasferisce all’estero, anche qui non tralascia la sua grande passione per la pittura. Ritornato successivamente nel suo paese continua a dipingere dopo essersi arricchito visitando alcune grandi città come Parigi, dove aveva esposto alcune sue opere.
A Santa Maria la Longa frequenta il poeta-scrittore Galliano Zof che lo presenta alla prima mostra antologica tenutasi a Udine nel 1968. Le opere di questo periodo risentono della pittura neorealista ma anche dell’espressionismo d’oltralpe. La pittura di Rossi si documenta sui fermenti artistici del Novecento filtrati dalla sua capacità di leggere e fantasticare i luoghi della quotidianità.
Poi compare il paesaggio dalle linee geometriche ed astratte però sempre ancorato a qualche elemento figurativo.
Negli ultimi anni la sua pittura si stacca sempre più dai suoi maestri iniziali per seguire nuove strade, rimanendo però sempre ancorata alla figura umana ritratta spesso di profilo come nella pittura egizia o in alcune opere di Piero della Francesca. I profili di Ermanno, dai tratti giovanili, sono spesso associati al paesaggio agrario friulano, rappresentato nella sua contemporaneità. Il radicamento nel territorio friulano, assieme alla conoscenza della pittura storica, portano l’arte di Ermanno più recente verso nuovi orizzonti, caratterizzati da una personale lettura del paesaggio che circonda il suo “eremo” di Santa Maria la Longa. Un fossato, campi coltivati, cespugli, elementi semplici che ogni giorno incontriamo ma frettolosamente dimentichiamo, assumono nelle sue tele un intenso valore individuale con sfaccettature contemporanee.