Ermanno Rossi. Percorsi d’arte opere dal 1958 al 2015
La mostra, allestita da Paolo Bonini, presenta una cinquantina di opere su tela che vanno dal 1958, quando Ermanno Rossi si recava nello studio di Zigaina per apprendere i rudimenti del mestiere, ai giorni nostri.
Il titolo percorsi d’arte vuole mettere in luce le varie fasi pittoriche di Ermanno caratterizzate da una continua ricerca stilistica che spazia dall’espressionismo, all’astrazione, rimanendo però sempre ancorata alla figura.
Il percorso artistico di Ermanno Rossi inizia con la prima personale tenutasi a Udine nel 1968 alla Galleria ENAL con la presentazione del compaesano poeta-scrittore Galliano Zof.
Nel medesimo periodo espone in mostre collettive a Parigi ed in altre città francesi. Se la pittura iniziale si rifà al neorealismo in seguito abbraccia l’espressionismo d’oltralpe; in mostra è esposto un quadro dal titolo Omaggio a Kokoschka.
Negli anni Settanta la sua pittura utilizza un linguaggio ancora più forte con rimandi all‘opera di Francis Bacon, varie opere di questo periodo sono qui esposte tra le quali segnaliamo Caduta e Generale ferito. In seguito la donna diventa un preciso punto di riferimento della sua arte, compare in numerose opere spesso associata al paesaggio friulano, quest’ultimo dipinto attraverso un personale lettura attenta ai cambiamenti della ruralità del territorio friulano. Ermanno non tralascia gli avvenimenti d’attualità infatti nella mostra sono esposti dei quadri che si rifanno alla guerra nell’ex Iugoslavia e agli eventi americani dell’11 settembre, interessanti sono due grandi tele dal titolo 11 settembre e Manhattan.
Negli ultimi anni la sua pittura si stacca sempre più dai suoi maestri iniziali per seguire nuove strade, rimanendo però aggrappata alla figura umana, ritratta spesso di profilo come nella pittura egizia, varie opere di questo periodo sono presenti in mostra, e ritraggono sia persone isolate sia gruppi di persone tra le opere esposte citiamo: Profili, Rogazione e Passanti.
L’arte di Ermanno si completa con alcune grafiche da lui realizzate sia nella fase incisoria sia nella stampa attraverso un artigianale torchio. Alcune incisioni sono collocate nel salone più rappresentativo della villa e vogliono richiamare l’opera di Fabio Mauroner, uno dei maggiori incisori italiani del primo Novecento che in questa dimora nacque nel 1884.
La mostra è collegata ad un catalogo, a cura di Paolo Bonini, con un contributo dello storico dell’arte Massimo De Sabbata, che sarò presentato il 16 gennaio 2016